IL ROMANISTA (S.ROMITA) - Dell’allenatore dell’Inter che molti danno per uscente dall’Italia con la fine della stagione nerazzurra, non ne posso proprio più. E non per il suo esagerato istrionismo, che invece me lo fa anche essere parzialmente simpatico. Adoro infatti per principio le persone trasgressive. Mi ha stufato il suo carattere e il lato vittimistico della sua personalità. Mourinho sta sempre più assimilando la pecularità di un certo italiano medio che consiste nello scaricare ogni problema su chiunque non sia tu. Ora nel maldestro tentativo di gettare ombre di cospirazioni del sistema calcio sul campionato in corso, Mourinho se la prende con la giustizia sportiva che avrebbe - a suo dire - usato due pesi e due misure. Come è possibile, si è chiesto Mou, che il mio gesto delle manette nei confronti di un arbitro sia stato considerato gravissimo e quello dei pollici di Totti multabile solo con ammenda? E come è possibile che Radu non abbia avuto alcuna giornata di sospensione per un calcio a gioco fermo (anzi terminato) se non con la spiegazione che il laziale potrà così essere preziosamente utilizzato nella partita contro l’Inter? Il campionato italiano, prosegue ironizzando l’allenatore dell’Inter, non finisce mai di stupirmi. Ecco Mou, bravo, stupisciti. E sappi che ancora non hai finito con le sorprese. Sappi che per decenni ci siamo stupiti, noi romanisti, degli arbitri che venivano mandati all’Olimpico nelle partite decisive. E attoniti abbiamo assistito per secoli a punizioni, rigori contro, reti regolari annullate e fuorigiochi inesistenti fischiati contro. Campionati questi si falsati e pilotati. Siamo stati zitti quasi sempre. Poi, abbiamo alzato la voce sul caso Turone. Poi abbiamo costruito una squadra da primi posti e una mentalità vincente. Oggi che ti posso paternalmente carezzare la testa dall’alto, caro Mou, ti dico a nome di tutti i giallorossi che ti conviene non esagerare con le parole. Qualcuno spieghi a Mourinho, lo faccia Suarez o Mazzola non so, che auspicare la galera per un arbitro non è la stessa cosa che cazzeggiare con i propri tifosi sfottendo quelli avversari.


IL ROMANISTA (S.ROMITA) - Dell’allenatore dell’Inter che molti danno per uscente dall’Italia con la fine della stagione nerazzurra, non ne posso proprio più. E non per il suo esagerato istrionismo, che invece me lo fa anche essere parzialmente simpatico. Adoro infatti per principio le persone trasgressive. Mi ha stufato il suo carattere e il lato vittimistico della sua personalità. Mourinho sta sempre più assimilando la pecularità di un certo italiano medio che consiste nello scaricare ogni problema su chiunque non sia tu. Ora nel maldestro tentativo di gettare ombre di cospirazioni del sistema calcio sul campionato in corso, Mourinho se la prende con la giustizia sportiva che avrebbe - a suo dire - usato due pesi e due misure.
Come è possibile, si è chiesto Mou, che il mio gesto delle manette nei confronti di un arbitro sia stato considerato gravissimo e quello dei pollici di Totti multabile solo con ammenda?
E come è possibile che Radu non abbia avuto alcuna giornata di sospensione per un calcio a gioco fermo (anzi terminato) se non con la spiegazione che il laziale potrà così essere preziosamente utilizzato nella partita contro l’Inter? Il campionato italiano, prosegue ironizzando l’allenatore dell’Inter, non finisce mai di stupirmi. Ecco Mou, bravo, stupisciti. E sappi che ancora non hai finito con le sorprese. Sappi che per decenni ci siamo stupiti, noi romanisti, degli arbitri che venivano mandati all’Olimpico nelle partite decisive. E attoniti abbiamo assistito per secoli a punizioni, rigori contro, reti regolari annullate e fuorigiochi inesistenti fischiati contro.
Campionati questi si falsati e pilotati. Siamo stati zitti quasi sempre. Poi, abbiamo alzato la voce sul caso Turone. Poi abbiamo costruito una squadra da primi posti e una mentalità vincente. Oggi che ti posso paternalmente carezzare la testa dall’alto, caro Mou, ti dico a nome di tutti i giallorossi che ti conviene non esagerare con le parole. Qualcuno spieghi a Mourinho, lo faccia Suarez o Mazzola non so, che auspicare la galera per un arbitro non è la stessa cosa che cazzeggiare con i propri tifosi sfottendo quelli avversari. Read More...
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adesso si che amo balotelli. hahahahahahahahah

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IL ROMANISTA - (M.CORSI) - Quelle di questo derby sono emozioni che solo questa città riesce a regalarti. Sensazioni che chi non è Romano fatica a capire. Così come non può capire la nostra spietata ironia che è alla base della rivalità cittadina. E’ il bello del derby, quello che lo rende diverso da ogni altra partita. Penso ad esempio al gesto del “pollice verso” di Totti sotto la Sud. Gesto goliardico e assolutamente non offensivo. Rivolto a suoi tifosi. E preso a pretesto dall’allenatore biancoazzurro Reja per cercare di coprire i suoi limiti e quelli della sua squadra. Usato da tanti tifosi laziali per trovare un obiettivo, Totti, su cui concentrare e sfogare la frustrazione per un derby perso malamente e per una stagione disastrosa. Ingigantito da giocatori mediocri come Baronio e Radu nel tentativo di coprire l’incolmabile differenza tecnica fra loro e i nostri. Gli stessi giocatori della Lazio che a guardar bene per caricarsi prima della partita negli spogliatoi fissavano la foto del capitano con il pollice verso dopo il derby d’andata. Loro che sotto la maglia domenica indossavano una T-shirt con scritto “Scudetto: game over”. Scritta che avrebbero dovuto esibire in caso di vittoria ma che, dopo aver concentrato il finale di una stagione fallimentare unicamente sulla speranza di farci uno “sgambetto” sembra descrivere perfettamente la loro situazione. I laziali come da tradizione rosicano, niente di nuovo. Quella che però trovo intollerabile è la cattiva informazione resa da testate giornalistiche nazionali subito dopo la stracittadina. Purtroppo al termine della partita ci sono stati episodi di violenza, è triste cronaca. La pagina brutta di questo derby. Ma questi episodi, sia chiaro, non hanno nulla a che fare con il gesto del capitano. Se non che alcuni giornalisti con ricostruzioni fantasiose, enfatizzazioni spinte all’inverosimile e moralismi da quattro solidi hanno cercato in tutti i modi di attribuirli a Totti ed al suo “pollice verso”. Sono gli stessi “giornalistucoli” che non hanno parlato nè degli scontri avvenuti pochi giorni fa a Genova in occasione del derby, né tantomeno di quelli dopo Cagliari-Milan. Voci asservite e devote all’interpretazione della realtà che più conviene a loro padrone. Sono gli stessi che tenteranno di salire sul “carro dei vincitori” qualora le cose dovessero andare come tutti ci auguriamo. Già adesso sul “carro dei Romanisti” siamo sempre più stretti e lo spazio inizia a scarseggiare. In molti dopo aver massacrato la squadra, deriso la dirigenza e messo in dubbio il valore dell’organico adesso si vedono costretti a salire a bordo per non sfiorare il ridicolo. Sicuramente a fare posto a quelli che si sono scoperti tifosi nelle ultime ore non devono essere Totti e De Rossi. Mi spiego meglio: nel derby Ranieri ha dimostrato per l’ennesima volta di essere un uomo con gli attributi, capace di prendere decisioni difficili e impopolari. Capace di tenere fuori nella ripresa Totti e De Rossi. Scelta che però,sfortunatamente per i nemici della Roma, si è rivelata azzeccata. Quindi ora il mirino dei detrattori si è spostato sui due giocatori simbolo. Francesco e Daniele sono si due bandiere, ma sono soprattutto due campioni. Non vorrei che per sottolineare il loro attaccamento alla maglia venisse a volte messo in secondo piano il loro indiscutibile talento. Francesco con i suoi 21 gol in 26 partite ufficiali, sta recuperando da un fastidioso e lungo infortunio e presto tornerà ad essere il più forte di tutti. Daniele ha già totalizzato 43 presenze stagionali solo con la Roma. Senza mai risparmiarsi. Senza fare calcoli sui Mondiali che lo attendono a giugno. Sicuramente ha pagato l’impatto emotivo con il derby, ma stiamo parlando di uno dei più forti centrocampisti al mondo. Lo dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, il fatto che lo corteggiano tutti i club Europei che contano. Sembra banale e scontato ricordare il valore di Totti e De Rossi, ma purtroppo c’è chi li aspetta al varco e non vede l’ora di poter mettere in discussione questi due straordinari campioni. C’è chi non ha mai digerito la loro grandezza ed il loro attaccamento ai colori giallorossi. D’altronde il mediocre è proprio colui che, non sopportando la grandezza altrui, piuttosto che sognare di elevarsi spera che siano gli altri a cadere.

IL ROMANISTA - (M.CORSI) - Quelle di questo derby sono emozioni che solo questa città riesce a regalarti.
Sensazioni che chi non è Romano fatica a capire. Così come non può capire la nostra spietata ironia che è alla base della rivalità cittadina. E’ il bello del derby, quello che lo rende diverso da ogni altra partita. Penso ad esempio al gesto del “pollice verso” di Totti sotto la Sud. Gesto goliardico e assolutamente non offensivo. Rivolto a suoi tifosi. E preso a pretesto dall’allenatore biancoazzurro Reja per cercare di coprire i suoi limiti e quelli della sua squadra. Usato da tanti tifosi laziali per trovare un obiettivo, Totti, su cui concentrare e sfogare la frustrazione per un derby perso malamente e per una stagione disastrosa. Ingigantito da giocatori mediocri come Baronio e Radu nel tentativo di coprire l’incolmabile differenza tecnica fra loro e i nostri. 
 
Gli stessi giocatori della
Lazio che a guardar bene per caricarsi prima della partita negli spogliatoi fissavano la foto del capitano con il pollice verso dopo il derby d’andata. Loro che sotto la maglia domenica indossavano una T-shirt con scritto “Scudetto: game over”. Scritta che avrebbero dovuto esibire in caso di vittoria ma che, dopo aver concentrato il finale di una stagione fallimentare unicamente sulla speranza di farci uno “sgambetto” sembra descrivere perfettamente la loro situazione. I laziali come da tradizione rosicano, niente di nuovo. Quella che però trovo intollerabile è la cattiva informazione resa da testate giornalistiche nazionali subito dopo la stracittadina. Purtroppo al termine della partita ci sono stati episodi di violenza, è triste cronaca. La pagina brutta di questo derby. Ma questi episodi, sia chiaro, non hanno nulla a che fare con il gesto del capitano. Se non che alcuni giornalisti con ricostruzioni fantasiose, enfatizzazioni spinte all’inverosimile e moralismi da quattro solidi hanno cercato in tutti i modi di attribuirli a Totti ed al suo “pollice verso”. Sono gli stessi “giornalistucoli” che non hanno parlato nè degli scontri avvenuti pochi giorni fa a Genova in occasione del derby, né tantomeno di quelli dopo Cagliari-Milan.
 
Voci asservite e devote all’interpretazione della realtà che più conviene a loro padrone. Sono gli stessi che tenteranno di salire sul “carro dei vincitori” qualora le cose dovessero andare come tutti ci auguriamo. Già adesso sul “carro dei Romanisti” siamo sempre più stretti e lo spazio inizia a scarseggiare. In molti dopo aver massacrato la squadra, deriso la dirigenza e messo in dubbio il valore dell’organico adesso si vedono costretti a salire a bordo per non sfiorare il ridicolo. Sicuramente a fare posto a quelli che si sono scoperti tifosi nelle ultime ore non devono essere Totti e De Rossi. Mi spiego meglio: nel derby Ranieri ha dimostrato per l’ennesima volta di essere un uomo con gli attributi, capace di prendere decisioni difficili e impopolari. Capace di tenere fuori nella ripresa Totti e De Rossi. Scelta che però,sfortunatamente per i nemici della Roma, si è rivelata azzeccata. Quindi ora il mirino dei detrattori si è spostato sui due giocatori simbolo. Francesco e Daniele sono si due bandiere, ma sono soprattutto due campioni. Non vorrei che per sottolineare il loro attaccamento alla maglia venisse a volte messo in secondo piano il loro indiscutibile talento. Francesco con i suoi 21 gol in 26 partite ufficiali, sta recuperando da un fastidioso e lungo infortunio e presto tornerà ad essere il più forte di tutti.
 
Daniele ha già totalizzato 43 presenze stagionali solo con la Roma. Senza mai risparmiarsi. Senza fare calcoli sui Mondiali che lo attendono a giugno. Sicuramente ha pagato l’impatto emotivo con il derby, ma stiamo parlando di uno dei più forti centrocampisti al mondo. Lo dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, il fatto che lo corteggiano tutti i club Europei che contano. Sembra banale e scontato ricordare il valore di Totti e De Rossi, ma purtroppo c’è chi li aspetta al varco e non vede l’ora di poter mettere in discussione questi due straordinari campioni. C’è chi non ha mai digerito la loro grandezza ed il loro attaccamento ai colori giallorossi.
D’altronde il mediocre è proprio colui che, non sopportando la grandezza altrui, piuttosto che sognare di elevarsi spera che siano gli altri a cadere.
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il più grande coro di rosicanti della storia.

Un tale con la barbetta, che credo abbia qualcosa da spartire con il canale televisivo dell’Inter, ha suggerito con aria pensosa, sempre a Controcampo, un confronto tra Totti e Balotelli, che per aver risposto con un applauso ironico ai cori razzisti nei suoi confronti è stato sanzionato: non sarà il caso, per il rispetto delle regole e per il bene del calcio, si capisce, di sanzionare pure il capitano, e chissenefrega se Totti stava festeggiando con la sua gente, e non rispondendo a delle (seppur disgustose) contestazioni dei tifosi avversari? A quanto pare, non sono soltanto i laziali a rosicare. Buon segno. Non succede. Ma, se succede, prepariamoci ad ascoltare, con viva soddisfazione, il più grande coro di rosicanti della storia. Read More...
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E I GESTI dell’ombrello di Giordano e Chinaglia? E i calci a tradimento di Manfredonia? E le provocazioni di Bergodi? E Di Canio? Hanno dimenticato tutto in un colpo solo i laziali, che nel dopo partita parlano solo del gesto di Totti, pollice verso (come da coreografia), peraltro rivolto verso la Curva Sud. C’è un motivo per quel gesto. E’ la risposta a Roberto Baronio, capitano della Lazio all’andata (loro cambiano capitani in continuazione), che gli ha fatto lo stesso gesto subito dopo la fine della partita dicendogli anche «sei finito». Intanto Reja invoca «dieci giornale di squalifica» e se la prende con Tagliavento: «A Toni ha concesso tutto». La chiusura è una perla: «A parte il rigore e la punizione, non hanno fatto tiri in porta». Basta quello. In tarda serata, ecco la risposta di Totti: «Vittoria sofferta ma bellissima. Questo derby è stato una partita dai due volti e i festeggiamenti un vero spettacolo. Visto l’andamento della partita, dopo il fischio finale mi sono lasciato travolgere dall’atmosfera caldissima del trionfo. Non volevo comunque offendere nessuno e chiedo scusa se qualcuno può essere stato toccato dal mio modo di gioire per il risultato con i compagni e i tifosi. D’altra parte, la stracittadina tra noi e la Lazio è anche questo. E chi è di Roma lo sa bene. Io per primo, non me la sono presa quando in settimana, a Formello, qualcuno ha utilizzato la mia foto in maniera pungente per caricare i nostri avversari. Inoltre in passato tanti giocatori, anche biancocelesti, sono stati protagonisti di sfottò sopra le righe e festeggiamenti decisamente appariscenti. La verità è che le esultanze e il sarcasmo bonario al termine della partita, fanno parte del gioco e del clima vissuto dalla città intera per questa sfida sentitissima

E I GESTI dell’ombrello di Giordano e Chinaglia? E i calci a tradimento di Manfredonia? E le provocazioni di Bergodi? E Di Canio? Hanno dimenticato tutto in un colpo solo i laziali, che nel dopo partita parlano solo del gesto di Totti, pollice verso (come da coreografia), peraltro rivolto verso la Curva Sud. C’è un motivo per quel gesto. E’ la risposta a Roberto Baronio, capitano della Lazio all’andata (loro cambiano capitani in continuazione), che gli ha fatto lo stesso gesto subito dopo la fine della partita dicendogli anche «sei finito». Intanto Reja invoca «dieci giornale di squalifica» e se la prende con Tagliavento: «A Toni ha concesso tutto». La chiusura è una perla: «A parte il rigore e la punizione, non hanno fatto tiri in porta». Basta quello. In tarda serata, ecco la risposta di Totti: «Vittoria sofferta ma bellissima. Questo derby è stato una partita dai due volti e i festeggiamenti un vero spettacolo. Visto l’andamento della partita, dopo il fischio finale mi sono lasciato travolgere dall’atmosfera caldissima del trionfo. Non volevo comunque offendere nessuno e chiedo scusa se qualcuno può essere stato toccato dal mio modo di gioire per il risultato con i compagni e i tifosi. D’altra parte, la stracittadina tra noi e la Lazio è anche questo. E chi è di Roma lo sa bene. Io per primo, non me la sono presa quando in settimana, a Formello, qualcuno ha utilizzato la mia foto in maniera pungente per caricare i nostri avversari. Inoltre in passato tanti giocatori, anche biancocelesti, sono stati protagonisti di sfottò sopra le righe e festeggiamenti decisamente appariscenti. La verità è che le esultanze e il sarcasmo bonario al termine della partita, fanno parte del gioco e del clima vissuto dalla città intera per questa sfida sentitissima
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