VERGOGNA!

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Non solo Turone, quanti furti nella nostra storia IL ROMANISTA (F.BOVAIO) - Un giorno, speriamo non troppo lontano, qualcuno ci spiegherà perché ogni volta che la Roma si avvicina a una vittoria importante o sta per compiere un’impresa è costretta a rinunciarci subendo una delusione atroce determinata da evidenti errori arbitrali. E’ una storia che conosciamo bene e che domenica sera ha aggiunto un altro episodio ai suoi già tanti capitoli. Quello scritto da un arbitro pugliese, Damato, che è sempre stato interista e simpatizzante di Cassano. Grazie a lui, ora a sognare sono ancora i tifosi dell’Inter, proprio come due stagioni fa, quando videro trionfare la loro squadra soprattutto grazie a una serie di “sviste” arbitrali che la spinsero in alto in partite degne della Juve di Moggi: Inter-Parma, Inter-Empoli, Catania-Inter con i suoi gol in fuorigioco, Siena-Inter con i rigori dati e non dati a uso e consumo dei nerazzurri, Sampdoria-Inter con l’espulsione risparmiata a Vieira e Inter-Roma diretta da Rosetti. Quello che sull’1-0 per i giallorossi espulse Mexes per il doppio giallo più assurdo della storia agevolando così i milanesi nella loro corsa al pareggio che, in pratica, regalava loro mezzo scudetto.  Un scippo degno di quello di cui rimase vittima la bella Roma di Viola e Liedholm nell’81 per il gol della vittoria annullato da Paolo Bergamo a Turone nello scontro diretto di Torino con la Juve a tre giornate dalla fine. Se la Roma vince soffia ai bianconeri il primo posto e i giochi sono fatti. Ma un provvidenziale fuorigioco si trova sempre per fermarla e il tricolore viene indirizzato verso la real casa, mentre a noi resta la rabbia di chi ha subito un’ingiustizia. Un sentimento che ci è capitato di provare, purtroppo, anche nella seconda stagione di Zeman (1998-99), quando ci fu un tale corollario di decisioni sbagliate a danno dei giallorossi da far proprio pensare a una vendetta nei confronti del primo che aveva avuto il coraggio di parlare di finanziarie e farmacie da far uscire dal calcio. Il boemo, appunto, che non vinse un derby per 4-3 in rimonta perché Farina e i suoi assistenti videro un fuorigioco inesistente di Delvecchio e che si vide assegnare un rigore contro a Udine per un mani che non c’era - lo stop era di petto - di Aldair che era pure fuori area di almeno un metro. Per non parlare del famoso rigore non avuto a Torino sempre contro la Juve nel campionato precedente per lo sgambetto su Gautieri. L’arbitro era Messina. E che dire di quel Roma-Juve 1-2 del 5-2-2005 in cui Racalbuto dette per buono il gol in fuorigioco di Canna- varo e assegnò un rigore alla Juve per un fallo (tra l’altro non commesso) di Dellas su Zalayeta fuori area di al- meno un metro? Pensate: in A Racalbuto non dava un rigore da 33 partite, ovvero da quasi due anni! L’ultimo era stato in Reggina-Udinese 3-2 del 2-3-2003. La Roma, in quel caso, era in corsa solo per una qualificazione europea, ma la rabbia montò ugualmente, così come accadde all’indomani di Milan-Roma 1-0 di sabato 7-12- 2002, decisa da un gol di Inzaghi viziato da un suo fallo di mano in partenza dell’azione. Un tocco così evidente del quale, però, non si avvidero né Collina (a quei tempi arbitro di campo) né i suoi assistenti. Tra questi Puglisi, che sullo 0-0 aveva rilevato un inesistente fuorigioco di Cafu (ancora romanista) che salvò il Milan da un rigore che nessuno avrebbe potuto negare, vista la trattenuta di maglia alla quale il brasiliano fu sottoposto da Chamot. Insomma, anche l’attuale designatore ne avrebbe di errori da farsi perdonare dalla Roma e poiché anche il mite e mai polemico Ranieri l’altra sera l’ha chiamato in causa, gli rifacciamo la domanda: “Cosa ne pensa dell’arbitraggio di Damato in Roma-Sampdoria 1-2?”. E ancora: “Visti i falli di mano di Mexes e Juan che ci sono costati punti pesanti a Napoli e Livorno (entrambi chiaramente involontari, come da lei stesso dichiarato) che ne pensa di quello di Zauri, volontario, non visto l’altra sera dall’arbitro pugliese?”. Attendiamo risposta. Intanto dobbiamo amaramente prendere atto che anche stavolta chiuderemo il campionato con l’amarezza di aver subito un furto.


Non solo Turone, quanti furti nella nostra storia

IL ROMANISTA (F.BOVAIO) - Un giorno, speriamo non troppo lontano, qualcuno ci spiegherà perché ogni volta che la Roma si avvicina a una vittoria importante o sta per compiere un’impresa è costretta a rinunciarci subendo una delusione atroce determinata da evidenti errori arbitrali. E’ una storia che conosciamo bene e che domenica sera ha aggiunto un altro episodio ai suoi già tanti capitoli. Quello scritto da un arbitro pugliese, Damato, che è sempre stato interista e simpatizzante di Cassano. Grazie a lui, ora a sognare sono ancora i tifosi dell’Inter, proprio come due stagioni fa, quando videro trionfare la loro squadra soprattutto grazie a una serie di “sviste” arbitrali che la spinsero in alto in partite degne della Juve di Moggi: Inter-Parma, Inter-Empoli, Catania-Inter con i suoi gol in fuorigioco, Siena-Inter con i rigori dati e non dati a uso e consumo dei nerazzurri, Sampdoria-Inter con l’espulsione risparmiata a Vieira e Inter-Roma diretta da Rosetti. Quello che sull’1-0 per i giallorossi espulse Mexes per il doppio giallo più assurdo della storia agevolando così i milanesi nella loro corsa al pareggio che, in pratica, regalava loro mezzo scudetto. 
Un scippo degno di quello di cui rimase vittima la bella Roma di Viola e Liedholm nell’81 per il
gol della vittoria annullato da Paolo Bergamo a Turone nello scontro diretto di Torino con la Juve a tre giornate dalla fine. Se la Roma vince soffia ai bianconeri il primo posto e i giochi sono fatti. Ma un provvidenziale fuorigioco si trova sempre per fermarla e il tricolore viene indirizzato verso la real casa, mentre a noi resta la rabbia di chi ha subito un’ingiustizia. Un sentimento che ci è capitato di provare, purtroppo, anche nella seconda stagione di Zeman (1998-99), quando ci fu un tale corollario di decisioni sbagliate a danno dei giallorossi da far proprio pensare a una vendetta nei confronti del primo che aveva avuto il coraggio di parlare di finanziarie e farmacie da far uscire dal calcio. Il boemo, appunto, che non vinse un derby per 4-3 in rimonta perché Farina e i suoi assistenti videro un fuorigioco inesistente di Delvecchio e che si vide assegnare un rigore contro a Udine per un mani che non c’era - lo stop era di petto - di Aldair che era pure fuori area di almeno un metro. Per non parlare del famoso rigore non avuto a Torino sempre contro la Juve nel campionato precedente per lo sgambetto su Gautieri. L’arbitro era Messina.
E che dire di quel Roma-Juve 1-2 del 5-2-2005 in cui Racalbuto dette per buono il gol in fuorigioco di Canna- varo e assegnò un rigore alla Juve per un fallo (tra l’altro non commesso) di Dellas su Zalayeta fuori area di al- meno un metro? Pensate: in A Racalbuto non dava un rigore da 33 partite, ovvero da quasi due anni! L’ultimo era stato in Reggina-Udinese 3-2 del 2-3-2003. La Roma, in quel caso, era in corsa solo per una qualificazione europea, ma la rabbia montò ugualmente, così come accadde all’indomani di Milan-Roma 1-0 di sabato 7-12- 2002, decisa da un gol di Inzaghi viziato da un suo fallo di mano in partenza dell’azione. Un tocco così evidente del quale, però, non si avvidero né Collina (a quei tempi arbitro di campo) né i suoi assistenti. Tra questi Puglisi, che sullo 0-0 aveva rilevato un inesistente fuorigioco di Cafu (ancora romanista) che salvò il Milan da un rigore che nessuno avrebbe potuto negare, vista la trattenuta di maglia alla quale il brasiliano fu sottoposto da Chamot. Insomma, anche l’attuale designatore ne avrebbe di errori da farsi perdonare dalla Roma e poiché anche il mite e mai polemico Ranieri l’altra sera l’ha chiamato in causa, gli rifacciamo la domanda: “Cosa ne pensa dell’arbitraggio di Damato in Roma-Sampdoria 1-2?”. E ancora: “Visti i falli di mano di Mexes e Juan che ci sono costati punti pesanti a Napoli e Livorno (entrambi chiaramente involontari, come da lei stesso dichiarato) che ne pensa di quello di Zauri, volontario, non visto l’altra sera dall’arbitro pugliese?”. Attendiamo risposta. Intanto dobbiamo amaramente prendere atto che anche stavolta chiuderemo il campionato con l’amarezza di aver subito un furto.
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Ci hanno già tolto 11 punti Ci hanno provato in tutti i modi a fermare la Roma. In certi casi, ci sono anche riusciti. A cominciare dalla prima giornata, quando Morganti non espelle Biava che poi segna il 3-2 per il Genoa. Continuando con Rosetti, che non concede due rigori in Milan-Roma sullo 0- 1 e poi se ne inventa uno per il Milan. E poi c’è Rocchi che non vede il fallo di Daniele Conti su Cassetti al 94’ di Cagliari-Roma, gol del 2-2. Fino a Rizzoli, che in Napoli-Roma concede un rigore inesistente al Napoli, che poi Hamsik segna per il gol del 2-2. Aggiungendo al tutto la mancata concessione di 3 rigori in Roma-Sampdoria da parte di Damato, che si può tranquillamente presumere, visto l’andamento della partita, avrebbero dato la vittoria alla Roma, fanno 11 punti tolti da errori arbitrali. Ci hanno provato anche altre volte, e non ci sono riusciti. Perché la Roma ha battuto l’Inter nonostante il triplo fuorigioco sul gol dei nerazzurri e un rigore non concesso per fallo da espulsione di Julio Cesar su Brighi. Ha battuto l’Udinese nonostante un rigore concesso ai friulani per un fallo commesso fuori area da Brighi. A Livorno Knezevic non è stato espulso per il fallo da rigore su Menez. Pizarro ha sbagliato dal dischetto, è vero, ma il Livorno avrebbe dovuto giocare in 10 più di un tempo. E, alla luce degli ultimi eventi, assume una grande importanza anche Bologna-Roma 0-2, partita viziata da un rigore non concesso per fallo di Portanova su Toni e dalla mancata espulsione di Moras per una gomitata a De Rossi. Arbitro? il tifoso interista Damato. Nel frattempo l’Inter (che ha vinto 3-1 col Barcellona, cui non è stato concesso un calcio di rigore nettissimo) a volte si è pure lamentata. E l’ha fatto pure in partite come Inter-Roma, quando doveva essere espulso Vieira, o Inter- Sampdoria, quando Tagliavento si limitò ad applicare il regolamento lasciando i nerazzurri in 9 (e la Sampdoria - per usare un eufemismo - non giocò con la stessa grinta mostrata a Roma). Non l’ha fatto sabato sera, per Inter-Atalanta. C’era un rigore per i bergamaschi sullo 0-1. Tutti gli interisti di Barletta, in quel momento, hanno tremato. Ci hanno già tolto 11 punti Ci hanno provato in tutti i modi a fermare la Roma. In certi casi, ci sono anche riusciti. A cominciare dalla prima giornata, quando Morganti non espelle Biava che poi segna il 3-2 per il Genoa. Continuando con Rosetti, che non concede due rigori in Milan-Roma sullo 0- 1 e poi se ne inventa uno per il Milan. E poi c’è Rocchi che non vede il fallo di Daniele Conti su Cassetti al 94’ di Cagliari-Roma, gol del 2-2. Fino a Rizzoli, che in Napoli-Roma concede un rigore inesistente al Napoli, che poi Hamsik segna per il gol del 2-2. Aggiungendo al tutto la mancata concessione di 3 rigori in Roma-Sampdoria da parte di Damato, che si può tranquillamente presumere, visto l’andamento della partita, avrebbero dato la vittoria alla Roma, fanno 11 punti tolti da errori arbitrali. Ci hanno provato anche altre volte, e non ci sono riusciti. Perché la Roma ha battuto l’Inter nonostante il triplo fuorigioco sul gol dei nerazzurri e un rigore non concesso per fallo da espulsione di Julio Cesar su Brighi. Ha battuto l’Udinese nonostante un rigore concesso ai friulani per un fallo commesso fuori area da Brighi. A Livorno Knezevic non è stato espulso per il fallo da rigore su Menez. Pizarro ha sbagliato dal dischetto, è vero, ma il Livorno avrebbe dovuto giocare in 10 più di un tempo. E, alla luce degli ultimi eventi, assume una grande importanza anche Bologna-Roma 0-2, partita viziata da un rigore non concesso per fallo di Portanova su Toni e dalla mancata espulsione di Moras per una gomitata a De Rossi. Arbitro? il tifoso interista Damato. Nel frattempo l’Inter (che ha vinto 3-1 col Barcellona, cui non è stato concesso un calcio di rigore nettissimo) a volte si è pure lamentata. E l’ha fatto pure in partite come Inter-Roma, quando doveva essere espulso Vieira, o Inter- Sampdoria, quando Tagliavento si limitò ad applicare il regolamento lasciando i nerazzurri in 9 (e la Sampdoria - per usare un eufemismo - non giocò con la stessa grinta mostrata a Roma). Non l’ha fatto sabato sera, per Inter-Atalanta. C’era un rigore per i bergamaschi sullo 0-1. Tutti gli interisti di Barletta, in quel momento, hanno tremato.


Ci hanno provato in tutti i modi a fermare la Roma. In certi casi, ci sono anche riusciti. A cominciare dalla prima giornata, quando Morganti non espelle Biava che poi segna il 3-2 per il Genoa. Continuando con Rosetti, che non concede due rigori in Milan-Roma sullo 0- 1 e poi se ne inventa uno per il Milan. E poi c’è Rocchi che non vede il fallo di Daniele Conti su Cassetti al 94’ di Cagliari-Roma, gol del 2-2. Fino a Rizzoli, che in Napoli-Roma concede un rigore inesistente al Napoli, che poi Hamsik segna per il gol del 2-2. Aggiungendo al tutto la mancata concessione di 3 rigori in Roma-Sampdoria da parte di Damato, che si può tranquillamente presumere, visto l’andamento della partita, avrebbero dato la vittoria alla Roma, fanno 11 punti tolti da errori arbitrali. Ci hanno provato anche altre volte, e non ci sono riusciti. Perché la Roma ha battuto l’Inter nonostante il triplo fuorigioco sul gol dei nerazzurri e un rigore non concesso per fallo da espulsione di Julio Cesar su Brighi.
Ha battuto l’
Udinese nonostante un rigore concesso ai friulani per un fallo commesso fuori area da Brighi. A Livorno Knezevic non è stato espulso per il fallo da rigore su Menez. Pizarro ha sbagliato dal dischetto, è vero, ma il Livorno avrebbe dovuto giocare in 10 più di un tempo. E, alla luce degli ultimi eventi, assume una grande importanza anche Bologna-Roma 0-2, partita viziata da un rigore non concesso per fallo di Portanova su Toni e dalla mancata espulsione di Moras per una gomitata a De Rossi. Arbitro? il tifoso interista Damato. Nel frattempo l’Inter (che ha vinto 3-1 col Barcellona, cui non è stato concesso un calcio di rigore nettissimo) a volte si è pure lamentata. E l’ha fatto pure in partite come Inter-Roma, quando doveva essere espulso Vieira, o Inter- Sampdoria, quando Tagliavento si limitò ad applicare il regolamento lasciando i nerazzurri in 9 (e la Sampdoria - per usare un eufemismo - non giocò con la stessa grinta mostrata a Roma). Non l’ha fatto sabato sera, per Inter-Atalanta. C’era un rigore per i bergamaschi sullo 0-1. Tutti gli interisti di Barletta, in quel momento, hanno tremato.

Ci hanno già tolto 11 punti
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Damato, l'arbitro interista che stravede per Cassano Dall’archivio di Repubblica ecco un articolo su Damato e la sua fede interista. L’articolo risale al 5 gennaio 2002 ed ha come titolo: “Damato, l’arbitro interista che stravede per Cassano”. Questo il testo integrale dell’articolo.Il tifo tra gli arbitri non conta. E agli scettici da Bar sport del lunedì mattina basta chiedere conferma alla giacchetta nera barlettana Antonio Damato, 29 anni, interista da sempre. Cinque anni fa, durante la finale scudetto del campionato allievi tra la "sua" Inter e la Lazio, non ci ha pensato due volte a fischiare un rigore a favore della squadra romana. Il fato (benevolo) volle poi che dal dischetto il pallone non arrivò mai in rete e che i nerazzurri vincessero il tricolore. Nel presente, per fortuna di Antonio, il piede di Vieri e Ronaldo fa spesso rima con il goal. E la sua carriera arbitrale sembra esplosa ormai definitivamente. Tant' è che domani pomeriggio scenderà sul terreno di gioco di Lecco per la gara contro il Lumezzane, sua prima partita di C1 in una carriera che si prospetta foriera di mille soddisfazioni. Tutto era cominciato una dozzina di anni fa in una partita tra ragazzini al vecchio stadio di Barletta. Per gioco, tra l' altro, visto che l' oggetto del desiderio non erano tanto i cartellini e il fischietto quanto la tessera per entrare gratuitamente allo stadio (un classico per gli arbitri alle prime armi). Con il tempo, invece, è nata ed esplosa la passione. Nel mezzo ci sono state belle esperienze vissute, tanti nuovi posti conosciuti e fortunatamente nessun' aggressione (un altro classico, purtroppo, sui campi cosiddetti minori). Antonio ne ha visti davvero tanti di calciatori. La maggior parte, racconta, ha appeso «le scarpe a qualche tipo di muro e adesso vive dentro un bar». Qualcun altro non ha avuto paura di tirare un calcio di rigore, invece, e adesso gira in serie A. Nomi? Pinzi dell' Udinese, Marazzina (la sorpresa del Chievo), Daniele Conti (il figlio del grande Bruno). E naturalmente Antonio Cassano. Com' era? Praticamente com' è oggi. Dribblomane, sfrontato con i compagni, ma educato e disciplinato con il direttore di gara. «Un signore», perAntonio. Che ricorda anche con piacere le giocate di Mitri del Martina Franca e di Stroppa, ai tempi del Foggia di Zeman, incontrato in un' amichevole contro il San Severo. La vita di un arbitro, a questi livelli, è a quella di un atleta a tutti gli effetti. Damato si allena tre volte a settimana. E in serata fa sempre un salto nella sua sezione, a Barletta, dove rappresenta un importante punto di riferimento per tutti i colleghi più giovani di lui. La carriera, inevitabilmente, lo ha portato a trascurare altri aspetti della sua vita. Primo di tutti gli affetti. «Non è facile trovare una ragazza che sia pronta ad accettare questi ritmi. Il sabato e la domenica, in pratica, non ci sono mai». Adesso è single, ma non ha perso la speranza. D' altronde il suo cartellino vincente potrà sempre essere il fascino della divisa.


Damato, l'arbitro interista che stravede per Cassano

Dall’archivio di Repubblica ecco un articolo su Damato  e la sua fede interista. L’articolo risale al 5 gennaio 2002  ed ha come titolo: “Damato, l’arbitro interista che stravede per Cassano”. Questo il testo integrale dell’articolo.Il tifo tra gli arbitri non conta. E agli scettici da Bar sport del lunedì mattina basta chiedere conferma alla giacchetta nera barlettana Antonio Damato, 29 anni, interista da sempre. Cinque anni fa, durante la finale scudetto del campionato allievi tra la "sua" Inter e la Lazio, non ci ha pensato due volte a fischiare un rigore a favore della squadra romana. Il fato (benevolo) volle poi che dal dischetto il pallone non arrivò mai in rete e che i nerazzurri vincessero il tricolore. Nel presente, per fortuna di Antonio, il piede di Vieri e Ronaldo fa spesso rima con il goal. E la sua carriera arbitrale sembra esplosa ormai definitivamente. Tant' è che domani pomeriggio scenderà sul terreno di gioco di Lecco per la gara contro il Lumezzane, sua prima partita di C1 in una carriera che si prospetta foriera di mille soddisfazioni. Tutto era cominciato una dozzina di anni fa in una partita tra ragazzini al vecchio stadio di Barletta. Per gioco, tra l' altro, visto che l' oggetto del desiderio non erano tanto i cartellini e il fischietto quanto la tessera per entrare gratuitamente allo stadio (un classico per gli arbitri alle prime armi).
Con il tempo, invece, è nata ed esplosa la passione. Nel mezzo ci sono state belle esperienze vissute, tanti nuovi posti conosciuti e fortunatamente nessun' aggressione (un altro classico, purtroppo, sui campi cosiddetti minori). Antonio ne ha visti davvero tanti di calciatori. La maggior parte, racconta, ha appeso «le scarpe a qualche tipo di muro e adesso vive dentro un bar». Qualcun altro non ha avuto paura di tirare un calcio di rigore, invece, e adesso gira in serie A. Nomi? Pinzi dell' Udinese, Marazzina (la sorpresa del Chievo), Daniele Conti (il figlio del grande Bruno). E naturalmente Antonio Cassano. Com' era? Praticamente com' è oggi. Dribblomane, sfrontato con i compagni, ma educato e disciplinato con il direttore di gara. «Un signore», perAntonio. Che ricorda anche con piacere le giocate di Mitri del Martina Franca e di Stroppa, ai tempi del Foggia di Zeman, incontrato in un' amichevole contro il San Severo. La vita di un arbitro, a questi livelli, è a quella di un atleta a tutti gli effetti. Damato si allena tre volte a settimana. E in serata fa sempre un salto nella sua sezione, a Barletta, dove rappresenta un importante punto di riferimento per tutti i colleghi più giovani di lui. La carriera, inevitabilmente, lo ha portato a trascurare altri aspetti della sua vita. Primo di tutti gli affetti. «Non è facile trovare una ragazza che sia pronta ad accettare questi ritmi. Il sabato e la domenica, in pratica, non ci sono mai». Adesso è single, ma non ha perso la speranza. D' altronde il suo cartellino vincente potrà sempre essere il fascino della divisa.
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