Brocchi si tuffa nel mare di lacrime laziali



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Brocchi si tuffa nel mare di lacrime laziali
tagliavento ammonisce
IL ROMANISTA (M. BIANCHINI) - E bravo il sig. Tagliavento. A forza di sentirsi etichettato come il miglior arbitro italiano, si è sporto troppo per rimirarsi nello stagno della vanità e vi è caduto dentro. Vogliamo pensare che il suo sia stato un incidente per eccesso di sicurezza derivante dal carisma inattaccabile che considera sicuro riparo da ogni critica.
Altrimenti ci sarebbe ampia materia di riflessione.
Il fallo da rigore, seguto dal ridicolo cartellino per Kjaer, è sembrato il segnale inquietante di un condizionamento psicologico che deve avergli confuso le idee. Tagliavento è un ottimo abitro, ma per tanti motivi non doveva essere designato a dirigere il derby. Le decisioni inappuntabili adottate in passato nei confronti dei biancocelesti, suscitarono a suo tempo aspre polemiche che in realtà avevano soltanto lo scopo di cercare un alibi alle batoste. Questa volta è partito un fiume di lacrime preventive nato dalle campagne di Formello , passato per Terni, patria del direttore di gara, fino a raggiungere l’Olimpico. Che salvagente è stato per lui il veniale contatto di Kjaer con Brocchi. "Ecco, finamente posso liberarmi dal peso che mi porto dentro - avrà pensato - questo è il momento giusto". E senza curarsi della pagliacciata, ha indicato il dischetto e tirato fuori il cartoncino dell’espulsione che ha avuto un peso determinante sull’esito della partita. Se qualcuno non avesse assistito al siparietto del dopo partità su SKY, ve lo raccontiamo noi. E’ stato troppo divertente. Magari un po’ meno per l’arbitro e l’ "attore" Brocchi. Ilaria D’Amico, forse poco convinta anche lei del "misfatto", replicato decine di volte da moviole e rallenty, ha creduto opportuno smuovere le acque.
Rivolgendosi a
Billy Costacurta , gli ha chiesto, come ex giocatore di difesa, un giudizio su quel’episodio. Replica: una strizzatina d’occhio accompagnata da un sorriso furbesco, seguito da parole molto chiare: «Cristian è stato veramente bravo. Al primo soffio di vento sul braccio, si è esibito in tutta la sua arte di tuffatore». Lo ha ripetuto allo stesso laziale, quando è apparso sui teleschermi. Brocchi ha tentato di buttarla sullo scherzo, ma il suo sorriso non riusciva a nascondere l’imbarazzo , diventato ancora più pesante , quando l’amico Billy, gli ha ricordato le vacanze trascorse insieme alle famiglie, in cui primeggiava proprio il divertimento per i tuffi in piscina del centrocampista biancoceleste: «Ma guarda un po’ cosa mi combina Billy - si leggeva nello sguardo impacciato del laziale - proprio davanti a milioni di persone». Ma stia tranquillo Brocchi, anche l’arbitro Tagliavento è passato nelle file degli ammiratori compassionevoli, specialmente se il tuffo avviene sul corso d’acqua pieno di lacrime che sgorga da ben cinque stagioni. Che diamine, un po’ di comprensione!
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Giocare per la Roma


Giocare per la Roma

A volte il calcio rassomiglia veramente alla vita che sa sorprenderti quando ti senti rassegnato. Ieri Roma-Chievo sarebbe dovuta essere soltanto la partita dell’aggancio-sorpasso di Totti a Baggio. Non c’erano altri motivi, nemmeno a raschiare il fondo delle statistiche, delle ricorrenze, dei santi. Poi a mezzogiorno e mezza ancora di meno (a quando una partitina alle 3 di notte, magari vietata ai residenti fra la Nomentana e l’Appia con i biglietti acquistabili a targhe alterne?). È il calcio moderno, bellezza. Tristezza. Per fortuna che il calcio ogni tanto vince. Che ancora sopravvive, come in una lotta fra l’umanità e matrix, fra gli umani e i replicanti della Lega. 
Per fortuna che c’è Totti. È un bellissimo apparente paradosso quello che è capitato: sarebbe dovuta essere la sua partita per i gol da fare e invece è diventata sua proprio giocandola senza mai pensare al fatto di dover segnare. Più che se avesse fatto tre gol, è diventata la partita di Francesco Totti. È stata la cosa più bella di ieri. Più bella di Biava, più di Di Canio che si confessa romanista, più della notizia della conferma di Reja (si va per 7), e persino più delle dichiarazioni di Lotito che dopo "a colpa è der laser" ieri giustamente ha sentenziato che "a colpa è der campo". 
Chi è grande non segue mai la grandezza degli altri, il più delle volte nemmeno conosce la propria, ed è quella la vera forza. Ieri Totti ha giocato letteralmente a pallone. Con nonchalance, naturalezza, impegno, corsa, sudore, con gesti bianchi da tennis ma anche con voglia da oratorio. Un concentrato di vecchi valori che sanno di scarpini e stadi pieni. Domenica da fettuccina. Ha fatto due lanci Anni 80, quando la differenza la faceva soltanto il rapporto cuoio-piede e non quella muscoli-ematocrito. E ha sempre giocato per la Roma. Soltanto per la Roma. Che bella espressione, giocare per la Roma. Ieri Totti l’ha fatta cantare. L’ha fatto fisicamente vedere cosa significhi giocare per la Roma. La cosa grande è che lo ha fatto nella partita in cui persino da tutti gli altri gli veniva richiesto di pensare a se stesso e basta. Come se sapesse che poi la Lazio avrebbe perso, che pure l’Udinese avrebbe perso, che ancora si può arrivare quarti, e vincere a San Siro per la Coppa Italia, che ancora si può sognare. Che si deve farlo.
A volte il calcio rassomiglia alla vita che sa sorprenderti quando ti senti rassegnato: domani è 25 aprile, domani un anno fa in un Roma-Samp, piangevamo lacrime amare, stamattina siamo più felici di quella sera da vendicare. Sembra assurdo, come è assurdo pensare che per Roma-Chievo c’erano meno romanisti che a Chievo-Roma. Era sempre un anno fa. E’ sempre il calcio che rassomiglia alla vita. Come passa il tempo. Come cambiano le cose. Ieri è successo persino che i laziali ai gol di Snejider e Eto’o non hanno esultato. In questo giorno di festa qualcuno pio lo spieghi a Biava che pensava ancora di doversi scansare. Tanti auguri. 


TONINO CAGNUCCI

 

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moggi Le ultime intercettazioni Moggi a Bergamo: "Ecco la griglia degli arbitri, Collina e Paparesta sono da punire"; Moggi: "Ho chiuso Paparesta nello spogliatoio"; Lanese a Moggi "L'osservatore ti ha visto entrare, gli ho detto di farsi i c... suoi" Luciano Moggi, 68 anni. Richiardi TUTTO A POSTO! L’inchiesta poggia su conversazioni e incontri tra i vertici istituzionali del mondo arbitrale e Luciano Moggi. I protagonisti: Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo, i designatori, parlano con Tullio Lanese, presidente degli arbitri, e Moggi. E il novembre 2004. Lanese: “siamo rimasti che a metà gennaio, fine gennaio, ci rivediamo di nuovo, così facciamo un check!”. Pairetto: “sì, sì, tanto non ci sono problemi”. Un mese dopo Moggi discute con Lanese. Moggi: “Oh mi sembra bene, no?”. Lanese: “No, no tranquillo. C’è il massimo della collaborazione”.   ARBITRI, SCEGLIE MOGGI Moggi discute con Bergamo della composizione delle griglie relative al turno di campionato. E’ il 9 febbraio 2005: la Juve giocherà con l’Udinese. Il foglietto Moggi: “Ora ti dico quello che mi ero studiato io”. Bergamo: “Vai! ...Vediamo cosa torna con quello che ho studiato io... Chi ci metti in prima griglia di squadre? Di partite?” M. “Aspè...fammi piglià il foglietto! Perché io me la son guardata oggi per bene... Allora, io ho fatto: Inter-Roma, Juventus-Udinese, Reggina-Milan, Fiorentina-Parma che non può non essere messa qui; e Siena-Messina” B. “Sì” M. “Ho fatto di 5, ma si po’ fa’ anche di 4 però! Non è che però Siena-Messina... mi sembra una partita abbastanza importante! Mi sembra, eh?” B. “Poi c’è anche Livorno-Sampdoria che all’andata è stato un casino!”. M. “Sono due squadre che in pratica so un po’ più tranquille”. B. “Vabbè, vai, tanto questo cambia poco, se ne po’ aggiungere anche una volendo, però arbitri per la prima fascia ce ne ho pochi. Dimmi!” M. “Io ci ho messo Bertini, Paparesta, Trefoloni, Racalbuto, ci avevo messo Tombolini, però Tombolini poi ha fatto un casino con la Lazio, non lo so qui com’è, ha dato un rigore... questi qui erano gli arbitri che io avevo messo in questa griglia!” B. “E Rodomonti al posto di Tombolini, no?” M. “Va bene pure!” B. “E allora s’era fatta uguale vedi!”   NON DEVONO ROMPERE I... La conversazione prosegue e si allarga ad altri arbitri, Rosetti e Collina, che per Moggi andrebbero “puniti” Legge di gruppo Moggi: “io credo che questa qui possa essere una griglia”. Bergamo: “Io ce ne avevo 4. C’avevo: Bertini, Racalbuto, Rodomonti e Trefoloni. E sinceramente Tombolini volevo tenerlo un turno fermo perché ha sbagliato, sennò questi se non li punisci mai...” M. “Guarda, ora ti dico, può darsi pure che mi sbaglio, io pure c’ho della gente da tenè sotto, no? Se tu, per esempio, non punisci Collina e Rosetti, gli altri sono tutti autorizzati...” B. “Ma infatti io Collina e Rosetti non li ho mica messi, eh?” M. “No, per dirti! Ma gli altri sono autorizzati a dire: "se lo fanno loro possiamo farlo anche noi"... non ci devono rompere i (beep)!” B. “Sì sì infatti che ti ho detto...” M. “Questa, questa è una legge di gruppo!” I fatti Ecco quali furono le designazioni per quella giornata: Juventus-Udinese Rodomonti; Livorno-Sampdoria, Tagliavento; Inter-Roma, Trefoloni; Fiorentina-Parma, Paparesta; Bologna-Palermo, Messina; Reggina-Messina, Racalbuto; Siena-Messina, Bertini; Lecce-Chievo, Morganti; Brescia-Cagliari, De Marco; Lazio-Atalanta, Brighi.   IL COMPLOTTO Sullo sfondo della lotta per l’elezione del presidente di Lega (dicembre 2004), spunta un presunto dossier contro Diego Della Valle. I protagonisti: Innocenzo Mazzini, vice presidente federale e Luciano Moggi. Diego Della Valle è il patron della Fiorentina che si opponeva all’elezione di Galliani alla presidenza di Lega. Il dossier Mazzini a Moggi: “allora due mie strette conoscenze qui di Firenze...hanno una documentazione molto riservata ma molto interessante...che loro son disponibili a vendere...sull’intrallazzo che il signor Della Valle ha fatto con il Sindaco su certe operazioni di vendita di immobili qui a Firenze in maniera truffaldina...loro son disponibili a dare la documentazione con soldi naturalmente...a un plenipotenziario di Galliani...” altra telefonata Moggi: “lavora su quella cosa dai...” Mazzini: “io tra oggi e domani vedo quegli amici...” Mo.: “io cambierò spesso telefonino, no? per evità che...che mi localizzino...però tu adesso, una preghiera...questo qui è un numero che non devi dà a nessuno!”   UNA LEGNATA A ZEMAN Il 22 dicembre Moggi discute con Giraudo di Zdenek Zeman, il grande accusatore della Juventus che fece partire l’inchiesta sul doping a Torino. I protagonisti: Luciano Moggi e Antonio Giraudo, amministratore delegato della Juventus; Zeman in quel momento allena il Lecce. Moggi a Giraudo: “bisogna fargli qualcosa, non so un sistema...bisogna dargli una legnata...bisogna prendere le emorragie dandogli un danno a questo qua, inventandoci qualcosa, portandogli via un giocatore, trovargli qualche...”   IL TELEFONINO Il designatore chiede che il 4° uomo di Roma-Juventus tenga acceso il cellulare. Incarica la segretaria della Figc Fazi di contattare la moglie di Gabriele. Bergamo: “Mi dai una telefonata a Francesca, la moglie di Marco, e gli dici che questa sera lui lascia un telefonino attivo...in maniera che se ci fosse bisogno di qualcosa...”   "PAPARESTA? L'HO CHIUSO NELLO SPOGLIATOIO" Un torto arbitrale subìto dalla Juve. Qualcosa in chiara controtendenza che fa infuriare Luciano Moggi e Antonio Giraudo. Al termine di Reggina-Juventus dello scorso campionato i due dirigenti piombano come furie nello spogliatoio dell’arbitro Paparesta. Scenetta riportata in questa intercettazione. I protagonisti: Pietro Ingargiola (osservatore Associazione italiana arbitri) e Tullio Lanese (presidente Associazione italiana arbitri). I due sono accusati di essersi adoperati “perché non venissero segnalate plateali violazioni delle norme federali da parte di Moggi e Giraudo dopo la conclusione dell’incontro Reggina-Juventus del 6-11-04, terminato 2-1”. Ingargiola: “... Cumpa’, quello che ho visto io in vita mia non l’ho mai vista una cosa del genere, cioè entrano Moggi e Giraudo... Moggi lo minaccia col dito, col dito agli occhi...”. I.: “... è venuto negli spogliatoi con il dito puntato a gridare, lui e Giraudo, a e dirgli al guardalinee: Tu sei scandaloso come è scandaloso il rigore che non hai dato. A Paparesta gli ha detto: con te non abbiamo fortuna, almeno tu sei quello di sempre... cioè a minacciarli là dentro... io gli ho detto a lui (riferendosi evidentemente a Paparesta): ma tu di queste cose... dice: acqua in bocca, mi fa, acqua in bocca per tutti... ripeto a me nun me ne frega niente, io non ho visto e non ho sentito, sono cose vostre...”. Lanese: “... problemi vostri sono... è logico, io non c’ero... io non c’ero...”. L.: “... ma no, di Moggi e Giraudo no compare...”. I.: “... no, non mi... no, no, ma che scherzi, no, no, no, non ho visto e non ho fatto niente, io sono andato... quando questi sono andati a minacciare io sono andato dentro il bagno...”. L.: “Bravo, bravo, bravo”. Una scena, questa, che racconta anche lo stesso Moggi, a colloquio con una donna. Moggi: “... ho chiuso l’arbitro nello spogliatoio e mi sono portato le... le chiavi in aeroporto... Ora lì apriranno! Butteranno giù la porta!!”. E quindi con Lanese, che gli risponde: “Lo so, non mi dire, cioè io so tutto perché l’osservatore è un mio amico e m’ha detto che t’ha visto entrare, cosa gli hai detto, dice io che devo fare? Tu, gli ho detto, non c’eri e ti fai i beep tuoi eh... eh... eh..., giusto?”. I fatti Sul 2-1 per la Reggina, Paparesta in effetti non vede (e il guardalinee non lo segnala) un netto “mani” di Balestri in area. Ma Reggina-Juve è anche una delle partite che potrebbe far parte del sistema di squalifiche “scientifiche” scoperto dagli inquirenti: la giornata precedente, infatti, Racalbuto in Messina-Reggina aveva ammonito Mesto, che era stato squalificato.   ARBITRI DA PENALIZZARE Ma Reggina-Juve presenta altri strascichi telefonici. I protagonisti: Luciano Moggi (d.g. Juve) e Antonio Giraudo (a.d. Juve), accusati di essersi adoperati “perché venissero arbitrariamente penalizzati gli arbitri che non avevano favorito la Juventus”. Moggi, relativamente a Paparesta, dice a un uomo: “Lo faccio divide in due, altro che polemiche! Domani sera glie faccio levà patente con l’obbligo di ridarle i danni entro 15 giorni, altrimenti viene arruolato nella Legione Straniera”. Moggi a Giraudo: “Poi ho parlato con Paolo e con l’altro, devono essere fermati”. G.: “Per me devono massacrarli... Devono massacrarli sia a Coverciano che poi non farli... per due mesi... due mesi devono star fuori”. M.: “... le moviole le movimento tutte! Li alimento io stavolta”.   LA FORZA DELLA TV Alcuni programmi avevano il potere/compito di rafforzare alcuni concetti, facendo emergere ciò che più faceva comodo. I protagonisti: Luciano Moggi (d.g. Juve), Fabio Baldas (commentatore televisivo ed ex arbitro), Aldo Biscardi (giornalista), accusati di essersi adoperati “perché, attraverso il condizionamento di talune trasmissioni televisive (ad esempio, "Il Processo di Biscardi", che va in onda su La7) o di singoli giornalisti o commentatori (Ignazio Scardina, Giorgio Tosatti, Ciro Venerato, Franco Melli, Lamberto Sposini, Gianni Di Marzio, Tony Damascelli, Mauro Sandreani), venissero favoriti gli interessi del sodalizio. Ecco le intercettazioni relative al “Processo”. Baldas: “... C’è Rodomonti, gli diamo un po’ addosso se tu sei d’accordo”. Moggi: “Nooo, lasciatelo stare, visto che ci sono io sabato, che mettete il rigore del Siena?”. Qualche settimana più tardi. Ba.: “Via... Senti e per quanto riguarda lì con il Cagliari lì... c’è un fuorigioco di 80 centimetri io non so se adesso devo verificare se è Mitro o Rossomando, tu questi qua”. M.: “Ma... no bisogna salva... l’arbitro”. Ba.: “No, no questo sicuro, al limite... no li diamo... scarichiamo sui guardalinee”. M.: “Chi erano i guardalinee?”. Ba.: “Mitro e Rossomando”. M.: “Scarica su Ossomando... Somando”. Ba.: “Che ci faceva dall’altra parte... Non so se era lui lì o se era dall’altra parte”. M.: “Se era lui è bene se no scarichi su Mitro”. Ba.: “Va bene, va bene allora ho capito tutto... va bene”. Quindi, con Biscardi. Bi.: “Zeman lo faccio stangà da Riva...”. M.: “... Ma vogliamola una bella cosa? Andiamogli addosso di brutto”. Moggi e Biscardi dopo Juve-Milan (0-0). M. “... però guarda bisogna fa assolve l’arbitro con formula ampia!”. Bi.: “Bertini... sì, gli faccio mettere poco!”. M.: “Niente... no... niente, niente, niente Aldo... Taglia... taglia... taglia tutto... o dici che c’ha ragione l’arbitro oppure devi taglià la moviola!”.   L’AMICO DI PAIRETTO I guardalinee in alcune occasioni, come questa, rivestono un ruolo cruciale negli episodi incriminati. i protagonisti: Duccio Baglioni (guardalinee), Innocenzo Mazzini (ex vicepresidente Figc), Antonio Giraudo (a.d. Juve), Gabriele Contini (guardalinee). Si parla di Siena-Milan 2-1 (17 aprile 2005), “con esito assicurato mediante la designazione fraudolenta dell’assistente Baglioni, che garantiva e si adoperava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra senese, in quanto la sconfitta del Milan avrebbe agevolato la Juventus, diretta competitrice per lo scudetto”. Mazzini a Giraudo, riferendosi al lavoro fatto da Paolo Bergamo: “... però... però devo dire a Siena il nostro amico è stato eccezionale!”. Contini parla con Leonardo Meani (accompagnatore del Milan addetto all’arbitro) a proposito della partita di Baglioni: “... è l’amico di Pairetto! Se lo vuoi sapere è quello che gli prenota i biglietti, che Pairetto va a mangiare a casa sua, non al ristorante a casa sua!”. I fatti Al 10’del primo tempo Collina, su segnalazione dell’assistente Baglioni, annulla un gol regolare a Shevchenko.   I GIORNALISTI Compaiono anche i nomi di alcuni giornalisti, con cui Moggi si sente telefonicamente. I protagonisti: Luciano Moggi (d.g. Juve), Tullio Lanese (presidente Aia), Lamberto Sposini (ex condirettore Tg5), Giorgio Tosatti (opinionista), Antonello Capone (Gazzetta dello Sport), Tony Damascelli (Il Giornale). Moggi si complimenta con Sposini per gli attacchi alla terna di Paparesta in Reggina-Juve durante il “Processo” e si raccomanda su come dovrà comportarsi nella medesima trasmissione. Sposini risponde: “Oh guarda, stasera li facciamo neri, li facciamo neri”. Tosatti, relativamente a Milan-Juve telefona a Moggi: “Hai istruito Biscardi per stasera?”. M.: “Alla grande, però c’ha un vincolo... c’era rigore...”. T.: “C’era rigore, però devi dire che andava cacciato Nesta”. Moggi e Damascelli commentano Fiorentina-Bologna (1-0) in cui De Santis ammonisce Petruzzi, Nastase e Gamberini (i primi due saltano per squalifica la Juve). D.: “Oh, comunque De Santis ha fatto il delitto perfetto, eh? Eh, c’abbiamo i tre difensori del Bologna squalificati!”. M.: “Ma perché, chi c’avevano loro diffidato”. T.: “tutti e tre!”. Lanese e Capone parlano di Chievo-Fiorentina (1-2), esito assicurato mediante designazione fraudolenta dell’arbitro. C.: “Hai visto che il killer ha colpito a Verona? Gli avranno mandato dei segnali o ha capito da solo?”. L.: “No, no, no guarda che ormai non si mandano segnali, loro telefonano prima delle gare”.   OBIETTIVO SALVEZZA Siamo ai primi di febbraio: il presidente biancoceleste Claudio Lotito s’intrattiene al telefono con i vertici della Federcalcio sulle prossime designazioni arbitrali. I protagonisti: Franco Carraro (presidente della Federcalcio), Paolo Bergamo e Pier Luigi Pairetto (designatori arbitrali), Innocenzo Mazzini (vice presidente della Federcalcio), Claudio Lotito (presidente della Lazio) e Gianluca Rocchi (arbitro). Sono accusati di essersi adoprati per “alterare la corretta e genuina proceduta di individuazione delle griglie arbitrali e il successivo sorteggio del direttore di gara dell’incontro Chievo-Lazio 0-1 del 20 febbraio 2005, per il raggiungimento di un risultato favorevole alla squadra di Lotito”. Carraro (a Pairetto): “Bisogna dare una mano alla Lazio”. Mazzini (a Pairetto): “Mi ha cercato Lotito, voleva sapere, lui aveva parlato con Carraro, credo venerdì, sulla richiesta di attenzione verso il suo caso, perché tu sai è uno dei portabandiera di pro Carraro, pro Galliani, ma Carraro v’ha detto qualcosa e non v’ha detto niente?... cerca di capire Gigi, lui vuole sapere soltanto se Carraro vi ha detto qualcosa, di tenere in considerazione la posizione della Lazio e sua, perché lui sta facendo tanto...” Mazzini parla con Lotito: “...ti volevo dire quanto ci tenevo a questa cosa, lui (Bergamo) è alla Fifa, hai capito? E torna stasera, l’altro...l’altro (Pairetto) è stato all’Uefa e torna sabato...”. Lotito (in riferimento all’intervento di Carraro): “Quindi lui ci aveva parlato?...Questo è un fatto positivo, perché significa che è leale con me...Ma l’ha fatto specificamente o genericamente?...nel senso per una conduzione anche futura non solo specifica per il fatto?” M.: “No...no...me l’ha confermato, non solo...ma è un intervento pressante”. L.: “Bisogna che te li lavori tutti e due e ci parli in modo chiaro, comincia, comincia, ci dobbiamo vedere e cominciamo a dire, hai capito? A stabilire, capito?”. Un’altra telefonata. M.: “Senti dove giochi domenica?”. L.: “Domenica gioco a Verona con il Chievo”. M.: “Davvero? E chi hanno tirato a sorte?”. L.: “Vabbé...allo...sogni tranquilli te mi dice”. M.: (riferendosi all’arbitro Ronchi) “si faccia dire nome, cognome e provenienza”. I fatti L’esito della gara è stato condizionato dall’arbitro Rocchi, che ignora una sospetta carica di Bazzani su Mensah e falsa l’ultimo quarto d’ora con tre espulsioni (due ai danni del Chievo).   GARA IMPORTANTE Il secondo episodio che riguarda la Lazio è legato alla gara con il Parma. I protagonisti: Innocenzo Mazzini (vice presidente Federcalcio) e Claudio Lotito (Presidente Lazio). I due sono accusati di essersi adoprati per “predeterminare il risultato di Lazio-Parma 2-0 del 27 febbraio 2005”. Mazzini: “Bisogna salvarsi in tutti i modi, eh?”. Lotito: “Aho, domenica ho il Parma eh? Che è importante”. M.: “Ti arrestano...ti arrestano...”. L.: “Aho? E perché mi devono arrestare?” M.: “Ehh! Chiediglielo a quelli del Parma...chiediglielo a quelli del Parma!” I fatti L’arbitro Messina nega un rigore al Parma.   PARTITA DECISIVA Andrea Della Valle si rivolge a Mazzini prima della gara con il Chievo, decisiva per la lotta salvezza. I protagonisti: Diego Della Valle (patron Fiorentina), Andrea Della Valle (presidente Fiorentina), Sandro Mencucci (amministratore delegato Fiorentina), Paolo Bergamo (designatore), Innocenzo Mazzini (vice presidente Federcalcio), Paolo Dondarini (arbitro), accusati di essersi adoprati per “predeterminare il risultato di Chievo-Fiorentina 1-2 dell’8 maggio 2005 a favore della squadra dei Della Valle”. A. Della Valle: “Ti volevo salutare e fare un po’ il punto della situazione con te...per quel discorso di domani poi dopo chiamerà Diego oggi...quell’altra persona...saremo qualche giorno a Milano poi io rivado con i ragazzi, quindi lo spostiamo la settimana prossima”. M.: “E’ importantissima...che gli arrivi al nostro amico un messaggio da voi! Perché domani l’altro ci sono...le griglie eh! La partita è decisiva, eh!”. M. (telefonata a Mencucci): “M’ha chiamato Andrea Della Valle Diego Della Valle perché vogliono che li aiuti...”. Mencucci (riferito alla designazione di Dondarini): “Bel lavoro, ho visto”. I fatti Dondarini non fischia un rigore di Ujfalusi su Cossato.   INVITO A CENA Contini, appena designato per la gara del Milan con il Brescia, concorda un incontro a cena dopo la partita. I protagonisti: Gabriele Contini (guardalinee) e Leonardo Meani (accompagnatore arbitro Milan), accusati di essersi adoprati per “il raggiungimento di un risultato favorevole ai rossoneri in Milan-Brescia 1-1 del 10 aprile 2005”. Contini: “...figa! Se non c’era zio, però sempre eh?”.   PRESSIONI Telefonata tra Bergamo e Pairetto. I protagonisti Paolo Bergamo (designatore), Leonardo Meani (accompagnatore arbitro Milan) e Claudio Puglisi (guardalinee) accusati di essersi adoprati per “la designazione fraudolenta di Puglisi, poiché si adoprava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole al Milan in Milan-Chievo 1-0 del 20 aprile 2005”. Bergamo: (a Pairetto): “Uno che è già 2 mesi che dovevamo averlo messo e c’è stata qualche pressione e quindi...si mette Puglisi a fare Milan-Chievo! Ehm, ieri si è sbagliato e quindi questi dicono: perché ci penalizzate? Con me non hanno parlato, eh? Ti dico la verità, hanno chiamato...Gennaro!”.   ACCORDO C’è anche un presidente che chiama un collega per accordarsi sul risultato di una partita. I protagonisti: Diego Della Valle (patron Fiorentina), Innocenzo Mazzini (ex presidente Figc), Claudio Lotito (presidente Lazio). Si parla di Lazio-Fiorentina 1-1 del 22 maggio 2005: Diego Della Valle “compiva atti fraudolenti consistiti nell’aver contattato Claudio Lotito chiedendogli di accordarsi sul risultato, evento poi non verificatosi per il rifiuto opposto da Lotito”. Lotito (riferendosi a Della Valle): “...mi ha fatto tutto un discorso, hai capito? ...Mi ha fatto una proposta da bandito, te hai capito quale?”. Mazzini: “Eh? Figurati, quando giochi? Fra un po’ di partite?”. L.: “... sì sì ma io... Non ti permettere guarda, non ti permettere veramente con me, perché ti prendo a calci in beep fino a dopodomani, eh?”.


Le ultime intercettazioni
Moggi a Bergamo: "Ecco la griglia degli arbitri, Collina e Paparesta sono da punire"; Moggi: "Ho chiuso Paparesta nello spogliatoio"; Lanese a Moggi "L'osservatore ti ha visto entrare, gli ho detto di farsi i c... suoi"

Luciano Moggi, 68 anni. Richiardi
TUTTO A POSTO!
L’inchiesta poggia su conversazioni e incontri tra i vertici istituzionali del mondo arbitrale e Luciano Moggi.
I protagonisti: Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo, i designatori, parlano con Tullio Lanese, presidente degli arbitri, e Moggi. E il novembre 2004.
Lanese: “siamo rimasti che a metà gennaio, fine gennaio, ci rivediamo di nuovo, così facciamo un check!”.
Pairetto: “sì, sì, tanto non ci sono problemi”.
Un mese dopo Moggi discute con Lanese. Moggi: “Oh mi sembra bene, no?”.
Lanese: “No, no tranquillo. C’è il massimo della collaborazione”.
 
ARBITRI, SCEGLIE MOGGI
Moggi discute con Bergamo della composizione delle griglie relative al turno di campionato. E’ il 9 febbraio 2005: la Juve giocherà con l’Udinese.
Il foglietto
Moggi: “Ora ti dico quello che mi ero studiato io”.
Bergamo: “Vai! ...Vediamo cosa torna con quello che ho studiato io... Chi ci metti in prima griglia di squadre? Di partite?”
M. “Aspè...fammi piglià il foglietto! Perché io me la son guardata oggi per bene... Allora, io ho fatto: Inter-Roma, Juventus-Udinese, Reggina-Milan, Fiorentina-Parma che non può non essere messa qui; e Siena-Messina”
B. “Sì”
M. “Ho fatto di 5, ma si po’ fa’ anche di 4 però! Non è che però Siena-Messina... mi sembra una partita abbastanza importante! Mi sembra, eh?”
B. “Poi c’è anche Livorno-Sampdoria che all’andata è stato un casino!”.
M. “Sono due squadre che in pratica so un po’ più tranquille”.
B. “Vabbè, vai, tanto questo cambia poco, se ne po’ aggiungere anche una volendo, però arbitri per la prima fascia ce ne ho pochi. Dimmi!”
M. “Io ci ho messo Bertini, Paparesta, Trefoloni, Racalbuto, ci avevo messo Tombolini, però Tombolini poi ha fatto un casino con la Lazio, non lo so qui com’è, ha dato un rigore... questi qui erano gli arbitri che io avevo messo in questa griglia!”
B. “E Rodomonti al posto di Tombolini, no?”
M. “Va bene pure!”
B. “E allora s’era fatta uguale vedi!”
 
NON DEVONO ROMPERE I...
La conversazione prosegue e si allarga ad altri arbitri, Rosetti e Collina, che per Moggi andrebbero “puniti”
Legge di gruppo
Moggi: “io credo che questa qui possa essere una griglia”.
Bergamo: “Io ce ne avevo 4. C’avevo: Bertini, Racalbuto, Rodomonti e Trefoloni. E sinceramente Tombolini volevo tenerlo un turno fermo perché ha sbagliato, sennò questi se non li punisci mai...”
M. “Guarda, ora ti dico, può darsi pure che mi sbaglio, io pure c’ho della gente da tenè sotto, no? Se tu, per esempio, non punisci Collina e Rosetti, gli altri sono tutti autorizzati...”
B. “Ma infatti io Collina e Rosetti non li ho mica messi, eh?”
M. “No, per dirti! Ma gli altri sono autorizzati a dire: "se lo fanno loro possiamo farlo anche noi"... non ci devono rompere i (beep)!”
B. “Sì sì infatti che ti ho detto...”
M. “Questa, questa è una legge di gruppo!”
I fatti
Ecco quali furono le designazioni per quella giornata: Juventus-Udinese Rodomonti; Livorno-Sampdoria, Tagliavento; Inter-Roma, Trefoloni; Fiorentina-Parma, Paparesta; Bologna-Palermo, Messina; Reggina-Messina, Racalbuto; Siena-Messina, Bertini; Lecce-Chievo, Morganti; Brescia-Cagliari, De Marco; Lazio-Atalanta, Brighi.
 
IL COMPLOTTO
Sullo sfondo della lotta per l’elezione del presidente di Lega (dicembre 2004), spunta un presunto dossier contro Diego Della Valle.
I protagonisti: Innocenzo Mazzini, vice presidente federale e Luciano Moggi. Diego Della Valle è il patron della Fiorentina che si opponeva all’elezione di Galliani alla presidenza di Lega.
Il dossier
Mazzini a Moggi: “allora due mie strette conoscenze qui di Firenze...hanno una documentazione molto riservata ma molto interessante...che loro son disponibili a vendere...sull’intrallazzo che il signor Della Valle ha fatto con il Sindaco su certe operazioni di vendita di immobili qui a Firenze in maniera truffaldina...loro son disponibili a dare la documentazione con soldi naturalmente...a un plenipotenziario di Galliani...”
altra telefonata
Moggi: “lavora su quella cosa dai...”
Mazzini: “io tra oggi e domani vedo quegli amici...”
Mo.: “io cambierò spesso telefonino, no? per evità che...che mi localizzino...però tu adesso, una preghiera...questo qui è un numero che non devi dà a nessuno!”
 
UNA LEGNATA A ZEMAN
Il 22 dicembre Moggi discute con Giraudo di Zdenek Zeman, il grande accusatore della Juventus che fece partire l’inchiesta sul doping a Torino.
I protagonisti: Luciano Moggi e Antonio Giraudo, amministratore delegato della Juventus; Zeman in quel momento allena il Lecce.
Moggi a Giraudo: “bisogna fargli qualcosa, non so un sistema...bisogna dargli una legnata...bisogna prendere le emorragie dandogli un danno a questo qua, inventandoci qualcosa, portandogli via un giocatore, trovargli qualche...”
 
IL TELEFONINO
Il designatore chiede che il 4° uomo di Roma-Juventus tenga acceso il cellulare. Incarica la segretaria della Figc Fazi di contattare la moglie di Gabriele.
Bergamo: “Mi dai una telefonata a Francesca, la moglie di Marco, e gli dici che questa sera lui lascia un telefonino attivo...in maniera che se ci fosse bisogno di qualcosa...”
 
"PAPARESTA? L'HO CHIUSO NELLO SPOGLIATOIO"
Un torto arbitrale subìto dalla Juve. Qualcosa in chiara controtendenza che fa infuriare Luciano Moggi e Antonio Giraudo. Al termine di Reggina-Juventus dello scorso campionato i due dirigenti piombano come furie nello spogliatoio dell’arbitro Paparesta. Scenetta riportata in questa intercettazione.
I protagonisti: Pietro Ingargiola (osservatore Associazione italiana arbitri) e Tullio Lanese (presidente Associazione italiana arbitri). I due sono accusati di essersi adoperati “perché non venissero segnalate plateali violazioni delle norme federali da parte di Moggi e Giraudo dopo la conclusione dell’incontro Reggina-Juventus del 6-11-04, terminato 2-1”.
Ingargiola: “... Cumpa’, quello che ho visto io in vita mia non l’ho mai vista una cosa del genere, cioè entrano Moggi e Giraudo... Moggi lo minaccia col dito, col dito agli occhi...”.
I.: “... è venuto negli spogliatoi con il dito puntato a gridare, lui e Giraudo, a e dirgli al guardalinee: Tu sei scandaloso come è scandaloso il rigore che non hai dato. A Paparesta gli ha detto: con te non abbiamo fortuna, almeno tu sei quello di sempre... cioè a minacciarli là dentro... io gli ho detto a lui (riferendosi evidentemente a Paparesta): ma tu di queste cose... dice: acqua in bocca, mi fa, acqua in bocca per tutti... ripeto a me nun me ne frega niente, io non ho visto e non ho sentito, sono cose vostre...”.
Lanese: “... problemi vostri sono... è logico, io non c’ero... io non c’ero...”.
L.: “... ma no, di Moggi e Giraudo no compare...”.
I.: “... no, non mi... no, no, ma che scherzi, no, no, no, non ho visto e non ho fatto niente, io sono andato... quando questi sono andati a minacciare io sono andato dentro il bagno...”.
L.: “Bravo, bravo, bravo”.
Una scena, questa, che racconta anche lo stesso Moggi, a colloquio con una donna. Moggi: “... ho chiuso l’arbitro nello spogliatoio e mi sono portato le... le chiavi in aeroporto... Ora lì apriranno! Butteranno giù la porta!!”.
E quindi con Lanese, che gli risponde: “Lo so, non mi dire, cioè io so tutto perché l’osservatore è un mio amico e m’ha detto che t’ha visto entrare, cosa gli hai detto, dice io che devo fare? Tu, gli ho detto, non c’eri e ti fai i beep tuoi eh... eh... eh..., giusto?”.
I fatti
Sul 2-1 per la Reggina, Paparesta in effetti non vede (e il guardalinee non lo segnala) un netto “mani” di Balestri in area. Ma Reggina-Juve è anche una delle partite che potrebbe far parte del sistema di squalifiche “scientifiche” scoperto dagli inquirenti: la giornata precedente, infatti, Racalbuto in Messina-Reggina aveva ammonito Mesto, che era stato squalificato.
 
ARBITRI DA PENALIZZARE
Ma Reggina-Juve presenta altri strascichi telefonici.
I protagonisti: Luciano Moggi (d.g. Juve) e Antonio Giraudo (a.d. Juve), accusati di essersi adoperati “perché venissero arbitrariamente penalizzati gli arbitri che non avevano favorito la Juventus”.
Moggi, relativamente a Paparesta, dice a un uomo: “Lo faccio divide in due, altro che polemiche! Domani sera glie faccio levà patente con l’obbligo di ridarle i danni entro 15 giorni, altrimenti viene arruolato nella Legione Straniera”.
Moggi a Giraudo: “Poi ho parlato con Paolo e con l’altro, devono essere fermati”.
G.: “Per me devono massacrarli... Devono massacrarli sia a Coverciano che poi non farli... per due mesi... due mesi devono star fuori”.
M.: “... le moviole le movimento tutte! Li alimento io stavolta”.
 
LA FORZA DELLA TV
Alcuni programmi avevano il potere/compito di rafforzare alcuni concetti, facendo emergere ciò che più faceva comodo.
I protagonisti: Luciano Moggi (d.g. Juve), Fabio Baldas (commentatore televisivo ed ex arbitro), Aldo Biscardi (giornalista), accusati di essersi adoperati “perché, attraverso il condizionamento di talune trasmissioni televisive (ad esempio, "Il Processo di Biscardi", che va in onda su La7) o di singoli giornalisti o commentatori (Ignazio Scardina, Giorgio Tosatti, Ciro Venerato, Franco Melli, Lamberto Sposini, Gianni Di Marzio, Tony Damascelli, Mauro Sandreani), venissero favoriti gli interessi del sodalizio.
Ecco le intercettazioni relative al “Processo”. Baldas: “... C’è Rodomonti, gli diamo un po’ addosso se tu sei d’accordo”.
Moggi: “Nooo, lasciatelo stare, visto che ci sono io sabato, che mettete il rigore del Siena?”.
Qualche settimana più tardi. Ba.: “Via... Senti e per quanto riguarda lì con il Cagliari lì... c’è un fuorigioco di 80 centimetri io non so se adesso devo verificare se è Mitro o Rossomando, tu questi qua”.
M.: “Ma... no bisogna salva... l’arbitro”.
Ba.: “No, no questo sicuro, al limite... no li diamo... scarichiamo sui guardalinee”.
M.: “Chi erano i guardalinee?”.
Ba.: “Mitro e Rossomando”.
M.: “Scarica su Ossomando... Somando”.
Ba.: “Che ci faceva dall’altra parte... Non so se era lui lì o se era dall’altra parte”.
M.: “Se era lui è bene se no scarichi su Mitro”.
Ba.: “Va bene, va bene allora ho capito tutto... va bene”.
Quindi, con Biscardi. Bi.: “Zeman lo faccio stangà da Riva...”.
M.: “... Ma vogliamola una bella cosa? Andiamogli addosso di brutto”.
Moggi e Biscardi dopo Juve-Milan (0-0). M. “... però guarda bisogna fa assolve l’arbitro con formula ampia!”.
Bi.: “Bertini... sì, gli faccio mettere poco!”.
M.: “Niente... no... niente, niente, niente Aldo... Taglia... taglia... taglia tutto... o dici che c’ha ragione l’arbitro oppure devi taglià la moviola!”.
 
L’AMICO DI PAIRETTO
I guardalinee in alcune occasioni, come questa, rivestono un ruolo cruciale negli episodi incriminati.
i protagonisti: Duccio Baglioni (guardalinee), Innocenzo Mazzini (ex vicepresidente Figc), Antonio Giraudo (a.d. Juve), Gabriele Contini (guardalinee). Si parla di Siena-Milan 2-1 (17 aprile 2005), “con esito assicurato mediante la designazione fraudolenta dell’assistente Baglioni, che garantiva e si adoperava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra senese, in quanto la sconfitta del Milan avrebbe agevolato la Juventus, diretta competitrice per lo scudetto”.
Mazzini a Giraudo, riferendosi al lavoro fatto da Paolo Bergamo: “... però... però devo dire a Siena il nostro amico è stato eccezionale!”.
Contini parla con Leonardo Meani (accompagnatore del Milan addetto all’arbitro) a proposito della partita di Baglioni: “... è l’amico di Pairetto! Se lo vuoi sapere è quello che gli prenota i biglietti, che Pairetto va a mangiare a casa sua, non al ristorante a casa sua!”.
I fatti
Al 10’del primo tempo Collina, su segnalazione dell’assistente Baglioni, annulla un gol regolare a Shevchenko.
 
I GIORNALISTI
Compaiono anche i nomi di alcuni giornalisti, con cui Moggi si sente telefonicamente.
I protagonisti:
Luciano Moggi (d.g. Juve), Tullio Lanese (presidente Aia), Lamberto Sposini (ex condirettore Tg5), Giorgio Tosatti (opinionista), Antonello Capone (Gazzetta dello Sport), Tony Damascelli (Il Giornale).
Moggi si complimenta con Sposini per gli attacchi alla terna di Paparesta in Reggina-Juve durante il “Processo” e si raccomanda su come dovrà comportarsi nella medesima trasmissione. Sposini risponde: “Oh guarda, stasera li facciamo neri, li facciamo neri”.
Tosatti, relativamente a Milan-Juve telefona a Moggi: “Hai istruito Biscardi per stasera?”.
M.: “Alla grande, però c’ha un vincolo... c’era rigore...”.
T.: “C’era rigore, però devi dire che andava cacciato Nesta”.
Moggi e Damascelli commentano Fiorentina-Bologna (1-0) in cui De Santis ammonisce Petruzzi, Nastase e Gamberini (i primi due saltano per squalifica la Juve). D.: “Oh, comunque De Santis ha fatto il delitto perfetto, eh? Eh, c’abbiamo i tre difensori del Bologna squalificati!”.
M.: “Ma perché, chi c’avevano loro diffidato”.
T.: “tutti e tre!”.
Lanese e Capone parlano di Chievo-Fiorentina (1-2), esito assicurato mediante designazione fraudolenta dell’arbitro. C.: “Hai visto che il killer ha colpito a Verona? Gli avranno mandato dei segnali o ha capito da solo?”.
L.: “No, no, no guarda che ormai non si mandano segnali, loro telefonano prima delle gare”.
 
OBIETTIVO SALVEZZA
Siamo ai primi di febbraio: il presidente biancoceleste Claudio Lotito s’intrattiene al telefono con i vertici della Federcalcio sulle prossime designazioni arbitrali.
I protagonisti: Franco Carraro (presidente della Federcalcio), Paolo Bergamo e Pier Luigi Pairetto (designatori arbitrali), Innocenzo Mazzini (vice presidente della Federcalcio), Claudio Lotito (presidente della Lazio) e Gianluca Rocchi (arbitro). Sono accusati di essersi adoprati per “alterare la corretta e genuina proceduta di individuazione delle griglie arbitrali e il successivo sorteggio del direttore di gara dell’incontro Chievo-Lazio 0-1 del 20 febbraio 2005, per il raggiungimento di un risultato favorevole alla squadra di Lotito”.
Carraro (a Pairetto): “Bisogna dare una mano alla Lazio”.
Mazzini (a Pairetto): “Mi ha cercato Lotito, voleva sapere, lui aveva parlato con Carraro, credo venerdì, sulla richiesta di attenzione verso il suo caso, perché tu sai è uno dei portabandiera di pro Carraro, pro Galliani, ma Carraro v’ha detto qualcosa e non v’ha detto niente?... cerca di capire Gigi, lui vuole sapere soltanto se Carraro vi ha detto qualcosa, di tenere in considerazione la posizione della Lazio e sua, perché lui sta facendo tanto...”
Mazzini parla con Lotito: “...ti volevo dire quanto ci tenevo a questa cosa, lui (Bergamo) è alla Fifa, hai capito? E torna stasera, l’altro...l’altro (Pairetto) è stato all’Uefa e torna sabato...”.
Lotito (in riferimento all’intervento di Carraro): “Quindi lui ci aveva parlato?...Questo è un fatto positivo, perché significa che è leale con me...Ma l’ha fatto specificamente o genericamente?...nel senso per una conduzione anche futura non solo specifica per il fatto?”
M.: “No...no...me l’ha confermato, non solo...ma è un intervento pressante”.
L.: “Bisogna che te li lavori tutti e due e ci parli in modo chiaro, comincia, comincia, ci dobbiamo vedere e cominciamo a dire, hai capito? A stabilire, capito?”.
Un’altra telefonata. M.: “Senti dove giochi domenica?”.
L.: “Domenica gioco a Verona con il Chievo”.
M.: “Davvero? E chi hanno tirato a sorte?”.
L.: “Vabbé...allo...sogni tranquilli te mi dice”.
M.: (riferendosi all’arbitro Ronchi) “si faccia dire nome, cognome e provenienza”.
I fatti
L’esito della gara è stato condizionato dall’arbitro Rocchi, che ignora una sospetta carica di Bazzani su Mensah e falsa l’ultimo quarto d’ora con tre espulsioni (due ai danni del Chievo).
 
GARA IMPORTANTE
Il secondo episodio che riguarda la Lazio è legato alla gara con il Parma.
I protagonisti: Innocenzo Mazzini (vice presidente Federcalcio) e Claudio Lotito (Presidente Lazio). I due sono accusati di essersi adoprati per “predeterminare il risultato di Lazio-Parma 2-0 del 27 febbraio 2005”.
Mazzini: “Bisogna salvarsi in tutti i modi, eh?”.
Lotito: “Aho, domenica ho il Parma eh? Che è importante”.
M.: “Ti arrestano...ti arrestano...”.
L.: “Aho? E perché mi devono arrestare?”
M.: “Ehh! Chiediglielo a quelli del Parma...chiediglielo a quelli del Parma!”
I fatti
L’arbitro Messina nega un rigore al Parma.
 
PARTITA DECISIVA
Andrea Della Valle si rivolge a Mazzini prima della gara con il Chievo, decisiva per la lotta salvezza.
I protagonisti: Diego Della Valle (patron Fiorentina), Andrea Della Valle (presidente Fiorentina), Sandro Mencucci (amministratore delegato Fiorentina), Paolo Bergamo (designatore), Innocenzo Mazzini (vice presidente Federcalcio), Paolo Dondarini (arbitro), accusati di essersi adoprati per “predeterminare il risultato di Chievo-Fiorentina 1-2 dell’8 maggio 2005 a favore della squadra dei Della Valle”.
A. Della Valle: “Ti volevo salutare e fare un po’ il punto della situazione con te...per quel discorso di domani poi dopo chiamerà Diego oggi...quell’altra persona...saremo qualche giorno a Milano poi io rivado con i ragazzi, quindi lo spostiamo la settimana prossima”.
M.: “E’ importantissima...che gli arrivi al nostro amico un messaggio da voi! Perché domani l’altro ci sono...le griglie eh! La partita è decisiva, eh!”.
M. (telefonata a Mencucci): “M’ha chiamato Andrea Della Valle Diego Della Valle perché vogliono che li aiuti...”.
Mencucci (riferito alla designazione di Dondarini): “Bel lavoro, ho visto”.
I fatti
Dondarini non fischia un rigore di Ujfalusi su Cossato.
 
INVITO A CENA
Contini, appena designato per la gara del Milan con il Brescia, concorda un incontro a cena dopo la partita.
I protagonisti: Gabriele Contini (guardalinee) e Leonardo Meani (accompagnatore arbitro Milan), accusati di essersi adoprati per “il raggiungimento di un risultato favorevole ai rossoneri in Milan-Brescia 1-1 del 10 aprile 2005”.
Contini: “...figa! Se non c’era zio, però sempre eh?”.
 
PRESSIONI
Telefonata tra Bergamo e Pairetto.
I protagonisti Paolo Bergamo (designatore), Leonardo Meani (accompagnatore arbitro Milan) e Claudio Puglisi (guardalinee) accusati di essersi adoprati per “la designazione fraudolenta di Puglisi, poiché si adoprava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole al Milan in Milan-Chievo 1-0 del 20 aprile 2005”.
Bergamo: (a Pairetto): “Uno che è già 2 mesi che dovevamo averlo messo e c’è stata qualche pressione e quindi...si mette Puglisi a fare Milan-Chievo! Ehm, ieri si è sbagliato e quindi questi dicono: perché ci penalizzate? Con me non hanno parlato, eh? Ti dico la verità, hanno chiamato...Gennaro!”.
 
ACCORDO
C’è anche un presidente che chiama un collega per accordarsi sul risultato di una partita.
I protagonisti: Diego Della Valle (patron Fiorentina), Innocenzo Mazzini (ex presidente Figc), Claudio Lotito (presidente Lazio). Si parla di Lazio-Fiorentina 1-1 del 22 maggio 2005: Diego Della Valle “compiva atti fraudolenti consistiti nell’aver contattato Claudio Lotito chiedendogli di accordarsi sul risultato, evento poi non verificatosi per il rifiuto opposto da Lotito”.
Lotito (riferendosi a Della Valle): “...mi ha fatto tutto un discorso, hai capito? ...Mi ha fatto una proposta da bandito, te hai capito quale?”.
Mazzini: “Eh? Figurati, quando giochi? Fra un po’ di partite?”.
L.: “... sì sì ma io... Non ti permettere guarda, non ti permettere veramente con me, perché ti prendo a calci in beep fino a dopodomani, eh?”.


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"Animali e mafiosi, Rino un cane"

16/02/11


All'indomani di Milan-Tottenham e della gazzarra tra Gattuso e lo "Squalo" Joe Jordan, la stampa inglese - come d'abitudine - spara alzo zero su "Ringhio" e sull'atteggiamento generale, a suo parere, del Milan.  faccia Il "Sun" titola: "Nutters-Heroes 0-1" (Matti-Eroi 0-1) e parla di "Milanimals", che non ha bisogno di traduzione. Offensivo il Daily Mail: "I mafiosi del Milan ci hanno fatto diventare tutti tifosi del Tottenham''  
Oltre a
Gattuso, il veleno britannico è schizzato in direzione di Mathieu Flamini, autore, sempre secondo il Mail, del ''tackle piu' scandaloso degli ultimi tempi'' con allusione all'entrataccia che ha messo ko Corluka. Il tabloid non manca di criticare anche l'arbitraggio, che non sarebbe mai intervenuto per fermare la presunta e continua intimidazione degli italiani. ''Alla Scala del calcio va in scena una pantomima di villani'', la chiosa di un pezzo che rischia di alimentare un piccolo caso diplomatico. Non solo i giornali popolari hanno scavalcato la barriera della critica: il Times elogia il contegno del Tottenham ''capace di non cadere nelle provocazioni, risoluta e pragmatica in uno degli stati piu' intimidatori d'Europa', una squadra matura, ordinata, compatta, che si era meritata tutti i complimenti ancor prima del gol di Peter Crouch ispirato da Aaron Lennon'''. E Gattuso, per l'autorevole quotidiano, è un capitano "indegno", giudizio sprezzante condiviso anche dal Guardian: "E' stato imbarazzante, una vera disgrazia nella tradizione dei capitani rossoneri che comprende irreprensibili uomini di carisma come Paolo Maldini e Franco Baresi'' Anche dalla tv, pioggia di parole al piombo. Graeme Souness, che ben conosce il calcio italiano ed è stato compagno di squadra di Jordan in nazionale, ha definito Gattuso: "un cane". E ha aggiunto un commento comunque censurabile: "Vorrei solo chiuderlo 10 minuti in una stanza da solo con Joe Jordan. In realta' non servirebbe tutto questo tempo, ne basterebbero cinque". Una considerazione degna di un incontro di pugilato che è stata tuttavia condivisa persino dal tecnico degli Spurs Harry Redknapp, in genere molto misurato e composto: "Punto i miei soldi su Joe. Ci potrebbe essere un solo vincitore in una lotta contro di lui. Joe si era tolto anche gli occhiali e Gattuso e' stato fortunato che Jordan non ha tenuto i denti fuori". Redknapp se la prende anche con Flamini per l'intervento su Corluka che lo ha costretto a lasciare il campo. "Questo e' un cartellino rosso tutta la vita. E 'una vergogna, il Milan ha perso la testa".

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Il pm al gup: processate Paolo Maldini
Le accuse di corruzione e spionaggio










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Nell'udienzia di oggi, 14 hanno chiesto di patteggiare la pena e tre di accedere al giudizio abbreviato. Tra i patteggiandi figura proprio Bressi che ha già transato un milione di risarcimento con l'Agenzia delle entrate. Altri 21 imputati, tra cui Maldini, proseguono invece l'udienza preliminare e oggi Pirotta ha discusso la loro posizione. L'ex calciatore è accusato non solo di aver corrotto Bressi, ma anche di avergli chiesto di fare una verifica fiscale su un suo possibile futuro socio, Alessandro Paolo Baresi, nell'ambito di un'operazione immobiliare in Toscana a cui era intenzionato partecipare. È dunque accusato in concorso con Bressi anche di essersi introdotto abusivamente nel sistema informatico dell'Anagrafe tributaria con finalità ben diverse da quelle istituzionali. Il procedimento proseguirà il 4 febbraio, quando la parola passerà ai difensori degli imputati. La decisione del gup è prevista per il 10 febbraio.
MILANO (17 gennaio) - Il pubblico ministero Paola Pirotta ha ribadito oggi davanti al giudice per l'udienza preliminare Luigi Varanelli la richiesta di rinvio a giudizio per l'ex capitano rossonero Paolo Maldini. È coinvolto con le accuse di corruzione e accesso abusivo a sistema informatico in un'inchiesta relativa alle presunte mazzette pagate a Luciano Bressi, il funzionario dell'Agenzia delle entrate Milano 1 arrestato nel giugno 2009, pratiche illecite per ottenere trattamenti fiscali più favorevoli. Nel registro degli indagati era inizialmente iscritta anche la moglie di Maldini, Adriana Fossa, ma per lei il pm aveva chiesto l'archiviazione dall'accusa di concorso in corruzione su cui si attende la decisione del gup. Il procedimento coinvolge 38 imputati.

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